Perché Arriviamo in ACA 

 

Le nostre decisioni e risposte alla vita non sembravano funzionare. Le nostre vite erano diventate ingovernabili. Avevamo tentato tutte le vie che pensavamo potessero renderci felici. Spesso avevamo perso la nostra creatività, la nostra flessibilità e il nostro senso dell'umorismo. Vivere in quel modo non era più possibile. Tuttavia, trovavamo quasi impossibile abbandonare l’idea di essere in grado di correggere noi stessi. Esausti, non abbandonavamo la speranza che una nuova relazione, un nuovo lavoro o un trasferimento potessero essere la cura, ma non lo furono mai. Così prendemmo la decisione di cercare aiuto.

      Alle riunioni abbiamo trovato persone che ci hanno ascoltato. Non ci hanno giudicato, non hanno cercato di correggerci, non ci hanno interrotto mentre parlavamo. Ci hanno semplicemente detto che, se fossimo tornati, avremmo iniziato gradualmente a sentirci meglio. Noi lo abbiamo fatto.

     Nelle riunioni arriviamo a comprendere in che modo le esperienze della nostra infanzia influenzano i nostri atteggiamenti, il nostro comportamento e le nostre scelte di oggi. Sentiamo gli altri parlare delle loro esperienze e ci identifichiamo. Gradualmente, iniziamo a riconoscere i messaggi negativi dei nostri genitori, provenienti dalla nostra infanzia, che guidano le nostre vite oggi. Impariamo a rimpiazzarli con comportamenti sani. Questo è il primo passo per “diventare il genitore di sé stessi”. Gradualmente, il nostro atteggiamento sulla vita cambia. Iniziamo a guardarla da una prospettiva emotivamente matura. In definitiva diventiamo più felici, più forti, persone più capaci, più abili nel gestire la vita. Impariamo a rispettare gli altri e noi stessi. La qualità delle nostre vite migliora mentre impariamo a definire e a comunicare i nostri confini ed insistere affinché vengano rispettati. 

 

Con il Programma di ACA impariamo come diventare l'amorevole genitore di noi stessi con gentilezza, ironia, amore e rispetto, ed iniziamo ad essere semplicemente ciò che siamo senza adattarci a ruoli malati o dibattendoci in schemi appresi dall'esempio durante la nostra crescita.

Il problema centrale per noi membri di ACA, nasce nella nostra infanzia quando la necessità di sopravvivere in una famiglia disfunzionale per la presenza di alcol, droghe, psicofarmaci, malattie invalidanti, bigottismo o semplicemente ripetizione di quanto appreso dai nostri genitori nella “loro” infanzia, ha fatto sì che fin da bambini abbiamo iniziato una lotta senza fine per trasformare una famiglia disfunzionale e turbata in una amorevole e incoraggiante.

Siamo diventati adulti convinti di aver fallito ed incapaci di trovare il modo per mettere fine agli effetti traumatici della disfunzione familiare.   

Biasimo, vergogna, e senso di colpa verso noi stessi, sono la conseguenza naturale di questo senso penetrante di fallimento. Le accuse contro noi stessi ci hanno portato alla fine ad odiarci. Accettare la nostra impotenza lasciando andare un controllo che a nulla è mai servito, è la chiave che sblocca il bambino interiore e permette l'inizio di una rieducazione. Questo Primo Passo di apparente resa, è fondamentale affinché l'odio verso se stessi non duri ancora a lungo.

Lo scopo di ACA è triplice: proteggere e sostenere i nuovi venuti nell'affrontare la negazione del passato; consolarli nel dolore per l'iniziale perdita di sicurezza, fiducia e amore; e trasmettere le strategie per rieducare se stessi con gentilezza, ironia, amore e rispetto.  

Uscire dall'isolamento è il primo passo che l’adulto bambino compie per recuperare se stesso. L'isolamento è sia una prigione che un rifugio. L’adulto bambino, sospeso fra bisogno e paura, incapace di scegliere fra lotta e fuga, si tormenta nel mezzo e risolve la tensione con esplosivi scoppi di ribellione oppure sopportando in silenzio la disperazione.

L'isolamento è il nostro ritiro dal dolore paralizzante dell'indecisione. Questo ritiro nella negazione attutisce la nostra consapevolezza della realtà distruttiva della disfunzione in famiglia ed è la prima fase dell’elaborazione del  lutto e del dolore. Ci permette di far fronte alla perdita di amore e di sopravvivere di fronte alla negligenza e all'abuso. 

Il ritorno dei sentimenti indica che la guarigione è cominciata. Collera, colpa, rabbia e disperazione si risolvono nell'accettazione che la famiglia di origine ci ha dato “solo quello che era”. Ricominciare a sentire sentimenti propri vuol dire anche poter guardare al dolore per la nostra infanzia consapevoli di non essere la causa, la colpa o la cura per la disfunzione della famiglia e ci consente di porre fine al morboso attaccamento al passato ritornando a vivere nel presente, liberi di vivere la nostra vita da adulti.

Lo sforzo per sentirci al sicuro nell'infanzia di fronte alla negligenza, alla violenza o all'abuso della famiglia, ha oscurato il nostro mondo emotivo e ci ha lasciati feriti, offesi e incapaci di sentire. La negazione inconscia e la cancellazione dei ricordi dolorosi ci ha consentito di sopravvivere ma ci ha allontanato dal nostro vero-io. Adattarci per sopravvivere ha significato per noi mettere da parte ciò che siamo per essere ciò che era necessario essere e siamo così rimasti impotenti e dipendenti verso coloro di cui diffidavamo e di cui avevamo paura.

Abbiamo protetto il nostro bambino interiore vulnerabile emarginandolo nell'isolamento e nella negazione senza neppure il nostro amore.

Siamo adulti, ma il nostro Vero Sé è quel bambino ancora chiuso nella prigione in cui noi stessi, per sopravvivere, l’abbiamo rinchiuso. Il viaggio verso la riscoperta del nostro Bambino Interiore è l’inizio del nostro cammino di Adulti Bambini. 

Con la sensibilità e lo stupore tipico di quel bambino, esploriamo il mondo con nuovi occhi e diventiamo consapevoli del bisogno di andare verso altri e di amarli per ciò che sono. L’affetto che ci unisce ai membri dei gruppi di auto-mutuo-aiuto guarisce la nostra ferita interiore e diminuisce i nostri sentimenti di paura.

Finalmente smettiamo di cercare di sedare il dolore inconscio che il nostro Bambino Interiore prova, cominciamo a riconoscere ciò che realmente siamo, impariamo ad amarci per ciò che siamo incominciando a guardare la nostra vera identità riflessa negli occhi di altri adulti bambini, sopravvissuti come noi, e come noi preziosi e liberi

 

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