Irrefrenabile desiderio di avere

Provengo da una famiglia molto povera.

Nella nostra minuscola casa di ringhiera non avevamo nè i sanitari in casa nè il riscaldamento; i miei usavano la stufa a cherosene o a carbone, con il risultato che in cucina c'erano 40 gradi e in camera da letto 0 gradi e si ghiacciava. La mia famiglia era così povera perchè mia mamma lavorava per pagare i debiti che faceva mio padre e con quello che restava del suo stipendio vivevamo. Da bambina andavo nelle case delle mie compagne e soffrivo, loro avevano la cameretta, bei vestiti, la mamma che cucinava, la mia non la vedevo quasi mai perchè lavorava un sacco di ore al giorno.

Finita la maturità, sono rimasta incinta di mio figlio e ho lasciato la mia famiglia con la grande speranza di vivere un matrimonio che non fosse come quello dei miei. Grande errore perchè mi ritrovai si in una famiglia diversa ma con gli stessi meccanismi: mio marito non era un alcolista ma un giocatore d'azzardo. Dopo due anni mi sono separata, lavoravo circa 60 ore settimanali per potermi permettere di avere una bella casa, bei vestiti e pagarmi l'università. Io dovevo avere belle cose da mostrare, una bella casa, sfoggiare la mia laurea all'occorrenza, essere perfetta, avere ciò che volevo, non avere mai meno degli altri.
Un giorno, all'improvviso, ho cominciato a stare molto male. Attacchi di ansia, insonnia, mangiavo tutto il giorno e avevo dei flash mentali che non riuscivo a capire, ma quello che intuivo era che i flah o frammenti di ricordi improvvisi erano in grado di portarmi alla depressione, di perdere la gioia di vivere, mi sentivo isolata.
Ma come, mi dicevo, con quello che ho come è possibile?
Ho fatto due anni di terapia e si è aperto un mondo... sono quasi 4 anni che frequento ACA e le altre fratellanze dei 12 Passi a cui non smetterò mai di dirlo che ne sono infinitamente grata, oggi sono grata di aver capito che il mio irrefrenabile desiderio di avere era in realtà un modo per non sentire il buco che avevo nell'anima, un buco nero che mi impediva di vedere ricordi dolorosi , la negazione aveva fatto in modo che io mettessi un muro e non ricordassi più nulla della mia infanzia.
Avrei fatto qualsiasi cosa pur di non vedere quella bambina che piangeva e parlava pochissimo seduta sulla seggiolina di paglia...l'unica cosa che non avevo fatto era quella di guarire quella bambina, di ascoltarla, di aiutarla, questo è stato il dono più grande di ACA.
Con amore.
 
Un membro ACA